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     Chi può accedere alle tecniche di PMA?



    Nel nostro Paese l’applicazione della PMA è regolata dalla Legge 40/2004, dalle sue Linee Guida, e dalle successive modifiche della legge introdotte da quattro sentenze della Corte Costituzionale.
    Possono accedere alle tecniche di PMA solo coppie: maggiorenni, di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile e con i partner entrambi viventi.

    L’accesso alla PMA è possibile:

     
    • Quando sia stata accertata l’impossibilità di rimuovere – in altro modo – le cause che impediscono la procreazione.
    • Nei casi di infertilità o sterilità derivanti da causa accertata e certificata da atto medico.
    • Nei casi in cui la coppia, pur essendo fertile, è portatrice di malattie genetiche trasmissibili per cui è necessario eseguire una diagnosi genetica sull’embrione (vedi sentenza della Corte Costituzionale 96/2015).
    • Nei casi in cui nella coppia fertile uno dei due partner è portatore di malattie virali sessualmente trasmissibili come AIDS o epatiti B e C, per evitarne la trasmissione al/alla partner.



    Che cosa è consentito e cosa non è consentito in Italia?


           
    Consentito

     
    • Eseguire cicli di PMA con gameti della coppia.
    • Eseguire cicli di PMA con donazione di gameti sia femminili (ovociti) che maschili (liquido seminale) o con doppia donazione ossia utilizzando nello stesso ciclo di trattamento entrambi i gameti di donatori.
    • Eseguire diagnosi genetica pre-impianto.
    • In alcune specifiche situazioni effettuare cicli con crioconservazione di embrioni: potranno essere crioconservati gli eventuali embrioni soprannumerari ove il loro trasferimento risulti contrario alle esigenze di procreazione o all’interesse della salute della paziente (Sentenza Corte     Costituzionale n. 151/2009).
           

    NON consentito
     
    • Applicare le tecniche di PMA a coppie dello stesso sesso o asingle.
    • Portare avanti una gravidanza per conto di altri (maternità surrogata o surrogazione di maternità).
    • Donare gli embrioni.
    • Fecondare gli ovociti con spermatozoi del partner deceduto.





    Quali sono le tecniche di PMA e come funzionano?

    Per PMA si intende un insieme di tecniche di alta specialità e complessità che possono aiutare le coppie che hanno difficoltà ad avere figli. Le tecniche di PMA possono offrire una soluzione al problema dell’infertilità di coppia:
     
    • nel caso in cui il tempo di ricerca di una gravidanza sia trascorso senza alcun concepimento (dopo 12 mesi o anche prima, nel caso in cui la donna abbia un’età superiore ai 35 anni);
    • alternative di cura che abbiano dato esito negativo o non siano praticabili.
     
    N.B. L’esperienza dell’infertilità ha un impatto sulla salute psicofisica dell’individuo e della coppia, in termini di ansia, stress psicosociale, frustrazione, difficoltà coniugali, ecc. Il percorso di PMA si profila come un momento molto impegnativo, per questo sarebbe opportuno usufruire di un supporto psicologico durante tutta la sua durata. Per accedere a questa tipologia di servizio chiedi all’inizio del tuo percorso informazioni al personale del Centro di PMA.

    In Italia le tecniche di PMA sono state suddivise dalla Legge 40/2004, che ne regola l’applicazione, in tecniche di I, II e III livello.
    Le tecniche di I livello sono più semplici, meno invasive e caratterizzate dal fatto che la fecondazione (unione dell’ovulo femminile con lo spermatozoo maschile) si realizza all’interno dell’apparato genitale femminile e nel resto del mondo non vengono annoverate tra le tecniche di riproduzione assistita.
    Le tecniche di II e III livello sono più complesse e la fecondazione avviene in vitro, cioè all’esterno dell’apparato riproduttivo femminile.